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Etiopia

Etiopia

> Africa Sub-Sahariana

Info

Popolazione
91.728.849
Crescita demografica
2,58 %
PIL
31.896.907.557 $
PIL pro capite
348 $
Fonte: OCSE

Le politiche di cooperazione nel Paese

1. Inquadramento e motivazioni della presenza italiana di cooperazione

L’avvio delle relazioni di cooperazione tra Italia ed Etiopia risale al 1976, anno in cui venne firmato il primo Accordo bilaterale per la realizzazione di progetti di sviluppo. Dalla seconda metà degli anni Ottanta ad oggi, l’Etiopia è uno dei Paesi prioritari nella strategia della Cooperazione Italiana e destinatari di una quota rilevante del sostegno italiano, garantito principalmente attraverso i canali bilaterale e multi-bilaterale, in seconda istanza multilaterale ed ONG promosso. Negli ultimi 30 anni, sono stati erogati complessivamente quasi 800 milioni di Euro di contributi a dono.

L’impegno italiano può essere facilmente compreso alla luce dei legami storici ed economici che legano il nostro Paese all’Etiopia, nonché dall’importanza strategica dell’Etiopia nella geopolitica del Corno d’Africa, nell’ambito della quale rappresenta un importante fattore di stabilizzazione regionale.

Il 30 maggio 2013 in occasione della visita del Vice Ministro degli Esteri, On. Pistelli, è stato firmato il nuovo Programma Paese 2013-2015, con il quale sono stati previsti interventi per un ammontare complessivo di 98,9 milioni di Euro (i fondi in programmazione sono più che raddoppiati rispetto al precedente Programma Paese), soprattutto nei settori dello sviluppo rurale, dell’educazione e della sanità. È in corso di finalizzazione il negoziato per la conclusione del nuovo Accordo Quadro di Cooperazione, che andrà a definire i termini e le procedure della Cooperazione fra i due Paesi.

 

2. Altri donatori internazionali di rilievo, coordinamento e possibilità di divisione del lavoro, esercizi di valutazione congiunta (harmonization - armonizzazione)

L’Etiopia si distingue per la qualità del dialogo instaurato tra i donatori. Dal 2004 la sede principale di scambio e discussione tra donatori nel Paese è il DAG (Development Assistance Group). L’Italia (insieme ad una trentina di donatori, bilaterali e multilaterali) vi partecipa attivamente, ricoprendo anche il ruolo di Presidenza in diversi tavoli di lavoro, al fine di condividere informazioni e strategie utili a migliorare l’efficacia delle iniziative di cooperazione. Da ultimo, su impulso della Delegazione UE nel Paese, i donatori europei hanno avviato un processo di Divisione del Lavoro e Joint Programming, cui il nostro Paese partecipa in prima linea.

Il DAG (Development Assistance Group) comprende 26 agenzie di sviluppo bilaterali e multilaterali che assistono l'Etiopia. Creato nel 2001 con l'obiettivo di una maggiore efficacia nell'erogazione degli aiuti e nello sviluppo del policy dialogue con l’Etiopia, è coordinato da due co-chair (uno multilaterale - African Development Bank - e uno bilaterale - Olanda -) che si appoggiano ad un Executive Committee di 7 membri (Italia, UK, USA, Canada, World Bank, EU, UNDP). Co-chair ed Executive Committe sono eletti e rimangono in carica 2 anni. L'Italia dalla fine del 2012 siede per la prima volta nell'Executive Committee. L'Italia non è uno dei principali donatori del Paese (sul piano bilaterale si colloca circa al 10° posto preceduto da USA, UK, Germania, Olanda, Francia, Canada, Giappone, Irlanda, Norvegia, Svezia). L’obiettivo, pur a fronte di volumi di impegno più contenuti rispetto a altri donatori, è di lavorare con standard di qualità alti e con il massimo livello di partecipazione ed integrazione all'interno dei meccanismi di coordinamento che esistono nel Paese. La cooperazione italiana ha assunto un ruolo fortemente attivo nell'esercizio di Programmazione Congiunta Europea (lavorando anche nel gruppo dei facilitatori), ed ha promosso la nascita del gruppo di lavoro dei donatori (coordinato insieme alla Banca Mondiale con un senior economist) che analizza e dialoga sull'attuazione e sui risultati del programma quinquennale (il Growth and Transformation Plan GTP), e sulla situazione macroeconomica del Paese. L’Italia è infine l’unico donatore bilaterale nel gruppo sull'Aid Effectiveness con EU, UNDP, WB, AfDB.

 

3. Altre espressioni del Sistema italiano di Cooperazione presenti nel Paese (Ong, Università, enti locali, settore privato) ed eventuali modalità di un loro coinvolgimento

La Cooperazione italiana ha un consolidato rapporto di collaborazione con le numerose ONG operanti sul territorio etiopico. Tra queste, si ricordano: CCM – Comitato di Collaborazione Medica, CIAI - Centro Italiano Aiuti all’Infanzia, CISS - Cooperazione Internazionale Sud-Sud, COOPI - Cooperazione Internazionale, CVM - Comunità Volontari per il Mondo, PC - Progetto Continenti, LVIA - Lay Volunteers, CUAMM - Medici con l’Africa, CISP - Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, Fondazione Rita Levi Montalcini, Cifa Onlus, ENZO B, VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. Tradizionalmente rilevante anche la presenza economica italiana in Etiopia, testimoniata dall’esistenza, ad Addis Abeba di un’Associazione (IBCA, Italian Business Community Association), che riunisce circa 65 imprenditori, tra cui alcuni stranieri che hanno rapporti d’affari con l’Italia. Gli operatori italiani residenti in Etiopia, impegnati in attività di piccole e medie imprese di diritto etiopico, sono oltre 200 ed operano prevalentemente nei seguenti settori: commercio, costruzioni, officine meccaniche, elettromeccaniche, metalmeccaniche, calzature, pelletteria, turismo, componentistica per autoveicoli, tipografie, falegnamerie, ristorazioni, materie plastiche, agricoltura ed allevamento. Le principali aziende italiane che operano in Etiopia sono: l’IVECO, presente nel Paese con una joint venture tra la FIAT e il Governo etiopico, denominata AMCE (Automotive Manufacturing Company of Ethiopia), la SALINI Costruzioni, la SIEMENS ITALIA e la SELEX.

Per giungere alla stesura del documento di programmazione Paese, l’Ambasciata/UTL ad Addis Abeba ha attivamente coinvolto tutti gli attori italiani della cooperazione presenti in Etiopia, con un’ampia partecipazione di Organismi non governativi, enti della cooperazione decentrata, imprese, associazioni di categoria presenti in Etiopia o comunque interessati al Paese, con condivisione circa settori e strumenti di intervento.

A tal fine è stata convocata una riunione a Roma il 21 novembre 2012, che ha visto la partecipazione attiva di oltre 40 partecipanti provenienti in gran parte dal settore della società civile, delle imprese e della cooperazione territoriale, ma anche dalle amministrazioni centrali dello Stato, in particolare il Ministero degli Affari Esteri, la struttura di Cooperazione internazionale del Ministro per la cooperazione internazionale, il Ministero dell’Economia e Finanze, il Ministero della Salute. Tra gli altri, significativa la presenza della Provincia Autonoma di Bolzano (uno dei principali soggetti della cooperazione decentrata in Etiopia), di Confindustria, CGIL e Illy Caffè. A questo appuntamento ha fatto seguito una riunione di coordinamento ad Addis Abeba con i partner operanti in loco, il 29 novembre 2012.

Si è deciso di non limitare al solo documento di programmazione paese il coinvolgimento degli altri soggetti interessati. È stata quindi realizzata una mappatura di tali soggetti per settore e per aree territoriali richiedendo il loro contributo anche durante la fase di formulazione delle singole iniziative. Questo approccio non solo rende più facile ed incisivo lo scambio delle diverse esperienze e conoscenze ma consente anche di promuovere una visione unitaria delle varie presenze e contributi dell’Italia all’Etiopia nell’ottica di Whole of the Country.

 

4. Obiettivi generali della cooperazione italiana nel Paese, loro condivisione con la controparte e loro coerenza con gli orientamenti internazionali in materia di efficacia dello sviluppo

Il nuovo Programma Paese 2013-2015 è in linea con il programma Governativo Etiopico (Growth and Trasformation Plan - GTP), che rappresenta il documento strategico di medio termine, e si inserisce nell’esercizio pilota di programmazione congiunta (Joint Programming) tra gli Stati Membri dell’Unione Europea, nell’ottica del perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) e nel rispetto dei principi di Parigi/Accra.

Il Growth and Transformation Plan (GTP), che succede al quinquennale Plan for Accelerated and Sustainable Development to End Poverty – riferito al periodo 2005/06-2009/10, si ispira alla volontà di lungo periodo del Governo di far entrare l’Etiopia nel novero delle economie a reddito medio, grazie ad un sistema agricolo moderno e ad un settore industriale trainante. Ambiziosi gli obiettivi per il periodo di riferimento, che includono il mantenimento della crescita annua su valori pari compresi tra l’11 ed il 14%, il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) e la costruzione di uno stabile stato democratico ed orientato ad uno sviluppo sostenibile. Oltre agli investimenti in campo agricolo ed industriale, il Governo etiopico punta al consolidamento delle infrastrutture (trasporti ed energia), all’aumento della disponibilità e qualità dei servizi di base (istruzione e salute) ed al miglioramento del sistema dell’amministrazione pubblica (governance e giustizia). È sostanzialmente positivo il bilancio di UNDP sui progressi dell’Etiopia in relazione agli OSM, il Paese ha infatti fatto registrare significativi passi avanti nei settori sociali (istruzione e salute), pur rimanendo in salita la strada verso il conseguimento degli Obiettivi legati a parità di genere, ambiente ed integrazione nel mercato globale.

La EU+ Joint Cooperation Strategy (JCS), sottoscritta il 27 gennaio 2013 ad Addis Abeba e condivisa dal Governo etiopico, mira a garantire l'allineamento delle strategie di cooperazione dei Paesi membri, la loro armonizzazione, la prevedibilità e la trasparenza, evitando sovrapposizioni o interventi frammentati attraverso un processo di divisione del lavoro definito localmente. La Joint Cooperation Strategy è diventata quindi parte integrante del documento di programmazione Paese, che risulta in tal modo pienamente allineato con l’analisi e con la strategia europea in Etiopia.

In seguito ai recenti sviluppi legati all’impegno preso dall’Italia a favore della “New Alliance for Food Security and Nutrition” lanciata al G8 di Camp David il 18 maggio, è stato deciso che il nuovo Programma Paese impegnerà la maggior parte delle risorse in favore dello sviluppo del settore agricolo, con un focus particolare verso i piccoli agricoltori, il rafforzamento delle filiere produttive e la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti privati.

La partecipazione del Governo italiano alla New Alliance Initiative è stata decisa anche in considerazione della coerenza con gli impegni e le strategie già intraprese.

 

5. Settori prioritari d’intervento e risultati attesi

L’impegno della Cooperazione italiana in Etiopia è stato finora regolato da un Programma Paese (2009- 2011), prossimo alla conclusione, di importo pari a 49,3 milioni di Euro (sanità, educazione, WASH e sviluppo rurale costituiscono la maggior parte degli aiuti).

Con il Nuovo Programma Paese 2013-2015, firmato ad Addis Abeba il 30 maggio 2013, l’Italia intende finanziare programmi per un totale di 99 milioni di euro, di cui 65 milioni di Euro a credito e circa 34 milioni di Euro a dono. A questo ammontare si aggiungono gli importi a dono relativi all’assistenza tecnica, al coordinamento e al monitoraggio sulle iniziative da parte della cooperazione italiana.

Le risorse verranno suddivise nei seguenti macro-settori: sviluppo rurale e del settore privato 48.2 mln; sanità e servizi di base 23.8 mln; educazione e gender 8.4 mln; WASH 18.5 mln, con il proposito di contribuire allo sviluppo della resilienza nelle aree pastorali più soggette alle ricorrenti crisi umanitarie legate alla siccità in sei distretti della regione Afar; a consentire l’accesso all’acqua per una popolazione urbana stimata intorno alle 250.000 unità; al miglioramento delle condizioni di apprendimento nelle scuole primarie e secondarie del Paese e al rafforzamento istituzionale per favorire il miglioramento dei risultati di apprendimento; al potenziamento della qualità e della copertura dei servizi sanitari di base contribuendo così al miglioramento della salute della popolazione.

Anche in ragione delle limitate disponibilità finanziarie a dono, il nuovo Programma Paese include una componente rilevante a credito d’aiuto, a condizioni particolarmente vantaggiose (periodo di grazia 30 anni, tasso di concessionalità 70 per cento).

Una parte significativa dei previsti interventi a credito riguarderà lo sviluppo rurale e del settore privato, anche a seguito del recente impegno preso dall’Italia a favore della “New Alliance for Food Security and Nutrition”. Il nuovo Programma Paese impegnerà dunque la maggior parte delle risorse in favore dello sviluppo del settore agricolo, con un focus particolare verso i piccoli agricoltori, il rafforzamento delle filiere produttive e la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti privati.

L’altra area di concentrazione dell’aiuto italiano riguarda i servizi di base, principalmente la sanità (in particolare la salute materno-infantile), l’acqua, con un significativo programma di investimenti per l’approvvigionamento idrico delle città di media dimensione (WASH in Small and Medium Towns), e l’educazione, con la partecipazione a un fondo comune insieme a Regno Unito, Finlandia, Stati Uniti e Banca Mondiale.

Quanto agli strumenti, il nuovo Programma Paese verrà implementato attraverso programmi bilaterali (con i fondi gestiti sia da parte del governo etiope o direttamente dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo), programmi multilaterali (attraverso agenzie delle Nazioni Unite come FAO, UNIDO, Banca Mondiale, IFC) e contributi a fondi messi in comune con altri donatori internazionali (bilaterali e multilaterali).

L'importanza del monitoraggio e della valutazione dei risultati per migliorare trasparenza e accountability è cruciale per la Cooperazione Italiana allo Sviluppo. In Etiopia, anche in considerazione di una presenza continuativa e radicata, l'Italia è impegnata ad allineare e coordinare i propri sforzi a quelli dei partner europei, anche con l’obiettivo di creare un quadro comune di strumenti per l'analisi e la valutazione dei risultati in vista delle azioni future.

Il quadro di cooperazione Ethio-italiano 2013-2015 sarà attuato secondo i principi di trasparenza e responsabilità, sia da parte etiope che italiana. Informazioni sugli stanziamenti di bilancio e gli impegni finanziari derivanti dal nuovo programma di cooperazione verranno rese accessibili al pubblico, così come gli aggiornamenti sulle attività svolte dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo in Etiopia, attraverso tutti i mezzi di comunicazione. Il dialogo con la società civile continuerà ad essere incoraggiata anche attraverso i media e i social network.

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Info

Popolazione
91.728.849
Crescita demografica
2,58 %
PIL
31.896.907.557 $
PIL pro capite
348 $
Fonte: OCSE

Gli aiuti nel tempo

Le variazioni negli anni delle risorse impegnante ed erogate per l'aiuto pubblico bilaterale e multi-bilaterale.



Impegnati
Erogati

Year Impegnati Erogati
2004 1.497917088e+13 9.027380097e+12
2005 2.92531711535e+14 6.857010394e+13
2006 5.2897860507e+12 8.39669626291e+13
2007 8.14009414e+12 5.512564263e+13
2008 2.620797711e+13 4.566062609e+13
2009 1.8527363e+13 3.875382457e+13
2010 1.724786948e+13 1.382154217e+13
2011 1.453047924e+13 2.513657311e+13
2012 6.37242e+12 1.231576e+13
2013 1.825612e+13 8.31639e+12
2014 2.210478e+13 2.268129e+13
2015 4.527840461e+13 3.148986846e+13
2016 4.958124588e+13 3.190502738e+13

L'Aiuto in numeri

Bilaterale e Multi-Bilaterale

166

I progetti della cooperazione italiana nel mondo

€ 45.278.405

I fondi complessivi impegnati

€ 31.489.868

I fondi complessivi erogati

Per cosa vengono utilizzati?

Lo scopo / settore di destinazione di un contributo bilaterale viene identificato rispondendo alla domanda "quale settore specifico della struttura economica e sociale del destinatario il trasferimento è destinato a promuovere". La classificazione per settore non fa riferimento al tipo di beni o servizi forniti dal donatore ma al settore a cui sono diretti: ad esempio la formazione in agricoltura non viene riportata nel settore Educazione ma Agricoltura, la costruzione di infrastrutture per lo stoccaggio agricolo non viene riportata nel settore Costruzione ma Agricoltura, ecc leggi tutto chiudi

Infrastrutture e servizi sociali 17.788.684
Multisettoriale/trasversale 12.048.438
Settori produttivi 4.343.718
Aiuto umanitario 2.582.679
Costi amministrativi dei donatori 444.886
Infrastrutture economiche e servizi 70.000

Con quali strumenti?

Identifica le modalità utilizzate nell’erogazione dell’aiuto e prende a riferimento il primo destinatario (ad esempio, il paese beneficiario, un organismo multilaterale, o un fondo comune) che riceve i fondi direttamente dal donatore. leggi tutto chiudi

Progetti di cooperazione 32.997.465
Contributi al bilancio di organismi di cooperazione internazionale e a fondi comuni di donatori 10.756.937
Assistenza tecnica (non legata ai progetti) 826.080
Costi amministrativi generali del donatore 444.886
Formazione nel paese donatore (Borse di studio e altri costi) 253.037

Chi finanzia?

Enti governativi (a livello centrale, statale o locale) che finanziano le iniziative di Aiuto Pubblico allo Sviluppo con fondi attinti direttamente dal proprio bilancio.
  leggi tutto chiudi

AICS - Agenzia Italiana di Cooperazione e Sviluppo (DGCS fino al 2015) 20.340.978
CDP - Cassa Depositi e Prestiti 20.000.000
Amministrazioni Centrali 4.339.661
Amministrazioni Locali 597.765

Le politiche di cooperazione nel Paese

1. Inquadramento e motivazioni della presenza italiana di cooperazione

L’avvio delle relazioni di cooperazione tra Italia ed Etiopia risale al 1976, anno in cui venne firmato il primo Accordo bilaterale per la realizzazione di progetti di sviluppo. Dalla seconda metà degli anni Ottanta ad oggi, l’Etiopia è uno dei Paesi prioritari nella strategia della Cooperazione Italiana e destinatari di una quota rilevante del sostegno italiano, garantito principalmente attraverso i canali bilaterale e multi-bilaterale, in seconda istanza multilaterale ed ONG promosso. Negli ultimi 30 anni, sono stati erogati complessivamente quasi 800 milioni di Euro di contributi a dono.

L’impegno italiano può essere facilmente compreso alla luce dei legami storici ed economici che legano il nostro Paese all’Etiopia, nonché dall’importanza strategica dell’Etiopia nella geopolitica del Corno d’Africa, nell’ambito della quale rappresenta un importante fattore di stabilizzazione regionale.

Il 30 maggio 2013 in occasione della visita del Vice Ministro degli Esteri, On. Pistelli, è stato firmato il nuovo Programma Paese 2013-2015, con il quale sono stati previsti interventi per un ammontare complessivo di 98,9 milioni di Euro (i fondi in programmazione sono più che raddoppiati rispetto al precedente Programma Paese), soprattutto nei settori dello sviluppo rurale, dell’educazione e della sanità. È in corso di finalizzazione il negoziato per la conclusione del nuovo Accordo Quadro di Cooperazione, che andrà a definire i termini e le procedure della Cooperazione fra i due Paesi.

 

2. Altri donatori internazionali di rilievo, coordinamento e possibilità di divisione del lavoro, esercizi di valutazione congiunta (harmonization - armonizzazione)

L’Etiopia si distingue per la qualità del dialogo instaurato tra i donatori. Dal 2004 la sede principale di scambio e discussione tra donatori nel Paese è il DAG (Development Assistance Group). L’Italia (insieme ad una trentina di donatori, bilaterali e multilaterali) vi partecipa attivamente, ricoprendo anche il ruolo di Presidenza in diversi tavoli di lavoro, al fine di condividere informazioni e strategie utili a migliorare l’efficacia delle iniziative di cooperazione. Da ultimo, su impulso della Delegazione UE nel Paese, i donatori europei hanno avviato un processo di Divisione del Lavoro e Joint Programming, cui il nostro Paese partecipa in prima linea.

Il DAG (Development Assistance Group) comprende 26 agenzie di sviluppo bilaterali e multilaterali che assistono l'Etiopia. Creato nel 2001 con l'obiettivo di una maggiore efficacia nell'erogazione degli aiuti e nello sviluppo del policy dialogue con l’Etiopia, è coordinato da due co-chair (uno multilaterale - African Development Bank - e uno bilaterale - Olanda -) che si appoggiano ad un Executive Committee di 7 membri (Italia, UK, USA, Canada, World Bank, EU, UNDP). Co-chair ed Executive Committe sono eletti e rimangono in carica 2 anni. L'Italia dalla fine del 2012 siede per la prima volta nell'Executive Committee. L'Italia non è uno dei principali donatori del Paese (sul piano bilaterale si colloca circa al 10° posto preceduto da USA, UK, Germania, Olanda, Francia, Canada, Giappone, Irlanda, Norvegia, Svezia). L’obiettivo, pur a fronte di volumi di impegno più contenuti rispetto a altri donatori, è di lavorare con standard di qualità alti e con il massimo livello di partecipazione ed integrazione all'interno dei meccanismi di coordinamento che esistono nel Paese. La cooperazione italiana ha assunto un ruolo fortemente attivo nell'esercizio di Programmazione Congiunta Europea (lavorando anche nel gruppo dei facilitatori), ed ha promosso la nascita del gruppo di lavoro dei donatori (coordinato insieme alla Banca Mondiale con un senior economist) che analizza e dialoga sull'attuazione e sui risultati del programma quinquennale (il Growth and Transformation Plan GTP), e sulla situazione macroeconomica del Paese. L’Italia è infine l’unico donatore bilaterale nel gruppo sull'Aid Effectiveness con EU, UNDP, WB, AfDB.

 

3. Altre espressioni del Sistema italiano di Cooperazione presenti nel Paese (Ong, Università, enti locali, settore privato) ed eventuali modalità di un loro coinvolgimento

La Cooperazione italiana ha un consolidato rapporto di collaborazione con le numerose ONG operanti sul territorio etiopico. Tra queste, si ricordano: CCM – Comitato di Collaborazione Medica, CIAI - Centro Italiano Aiuti all’Infanzia, CISS - Cooperazione Internazionale Sud-Sud, COOPI - Cooperazione Internazionale, CVM - Comunità Volontari per il Mondo, PC - Progetto Continenti, LVIA - Lay Volunteers, CUAMM - Medici con l’Africa, CISP - Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, Fondazione Rita Levi Montalcini, Cifa Onlus, ENZO B, VIS - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. Tradizionalmente rilevante anche la presenza economica italiana in Etiopia, testimoniata dall’esistenza, ad Addis Abeba di un’Associazione (IBCA, Italian Business Community Association), che riunisce circa 65 imprenditori, tra cui alcuni stranieri che hanno rapporti d’affari con l’Italia. Gli operatori italiani residenti in Etiopia, impegnati in attività di piccole e medie imprese di diritto etiopico, sono oltre 200 ed operano prevalentemente nei seguenti settori: commercio, costruzioni, officine meccaniche, elettromeccaniche, metalmeccaniche, calzature, pelletteria, turismo, componentistica per autoveicoli, tipografie, falegnamerie, ristorazioni, materie plastiche, agricoltura ed allevamento. Le principali aziende italiane che operano in Etiopia sono: l’IVECO, presente nel Paese con una joint venture tra la FIAT e il Governo etiopico, denominata AMCE (Automotive Manufacturing Company of Ethiopia), la SALINI Costruzioni, la SIEMENS ITALIA e la SELEX.

Per giungere alla stesura del documento di programmazione Paese, l’Ambasciata/UTL ad Addis Abeba ha attivamente coinvolto tutti gli attori italiani della cooperazione presenti in Etiopia, con un’ampia partecipazione di Organismi non governativi, enti della cooperazione decentrata, imprese, associazioni di categoria presenti in Etiopia o comunque interessati al Paese, con condivisione circa settori e strumenti di intervento.

A tal fine è stata convocata una riunione a Roma il 21 novembre 2012, che ha visto la partecipazione attiva di oltre 40 partecipanti provenienti in gran parte dal settore della società civile, delle imprese e della cooperazione territoriale, ma anche dalle amministrazioni centrali dello Stato, in particolare il Ministero degli Affari Esteri, la struttura di Cooperazione internazionale del Ministro per la cooperazione internazionale, il Ministero dell’Economia e Finanze, il Ministero della Salute. Tra gli altri, significativa la presenza della Provincia Autonoma di Bolzano (uno dei principali soggetti della cooperazione decentrata in Etiopia), di Confindustria, CGIL e Illy Caffè. A questo appuntamento ha fatto seguito una riunione di coordinamento ad Addis Abeba con i partner operanti in loco, il 29 novembre 2012.

Si è deciso di non limitare al solo documento di programmazione paese il coinvolgimento degli altri soggetti interessati. È stata quindi realizzata una mappatura di tali soggetti per settore e per aree territoriali richiedendo il loro contributo anche durante la fase di formulazione delle singole iniziative. Questo approccio non solo rende più facile ed incisivo lo scambio delle diverse esperienze e conoscenze ma consente anche di promuovere una visione unitaria delle varie presenze e contributi dell’Italia all’Etiopia nell’ottica di Whole of the Country.

 

4. Obiettivi generali della cooperazione italiana nel Paese, loro condivisione con la controparte e loro coerenza con gli orientamenti internazionali in materia di efficacia dello sviluppo

Il nuovo Programma Paese 2013-2015 è in linea con il programma Governativo Etiopico (Growth and Trasformation Plan - GTP), che rappresenta il documento strategico di medio termine, e si inserisce nell’esercizio pilota di programmazione congiunta (Joint Programming) tra gli Stati Membri dell’Unione Europea, nell’ottica del perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) e nel rispetto dei principi di Parigi/Accra.

Il Growth and Transformation Plan (GTP), che succede al quinquennale Plan for Accelerated and Sustainable Development to End Poverty – riferito al periodo 2005/06-2009/10, si ispira alla volontà di lungo periodo del Governo di far entrare l’Etiopia nel novero delle economie a reddito medio, grazie ad un sistema agricolo moderno e ad un settore industriale trainante. Ambiziosi gli obiettivi per il periodo di riferimento, che includono il mantenimento della crescita annua su valori pari compresi tra l’11 ed il 14%, il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) e la costruzione di uno stabile stato democratico ed orientato ad uno sviluppo sostenibile. Oltre agli investimenti in campo agricolo ed industriale, il Governo etiopico punta al consolidamento delle infrastrutture (trasporti ed energia), all’aumento della disponibilità e qualità dei servizi di base (istruzione e salute) ed al miglioramento del sistema dell’amministrazione pubblica (governance e giustizia). È sostanzialmente positivo il bilancio di UNDP sui progressi dell’Etiopia in relazione agli OSM, il Paese ha infatti fatto registrare significativi passi avanti nei settori sociali (istruzione e salute), pur rimanendo in salita la strada verso il conseguimento degli Obiettivi legati a parità di genere, ambiente ed integrazione nel mercato globale.

La EU+ Joint Cooperation Strategy (JCS), sottoscritta il 27 gennaio 2013 ad Addis Abeba e condivisa dal Governo etiopico, mira a garantire l'allineamento delle strategie di cooperazione dei Paesi membri, la loro armonizzazione, la prevedibilità e la trasparenza, evitando sovrapposizioni o interventi frammentati attraverso un processo di divisione del lavoro definito localmente. La Joint Cooperation Strategy è diventata quindi parte integrante del documento di programmazione Paese, che risulta in tal modo pienamente allineato con l’analisi e con la strategia europea in Etiopia.

In seguito ai recenti sviluppi legati all’impegno preso dall’Italia a favore della “New Alliance for Food Security and Nutrition” lanciata al G8 di Camp David il 18 maggio, è stato deciso che il nuovo Programma Paese impegnerà la maggior parte delle risorse in favore dello sviluppo del settore agricolo, con un focus particolare verso i piccoli agricoltori, il rafforzamento delle filiere produttive e la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti privati.

La partecipazione del Governo italiano alla New Alliance Initiative è stata decisa anche in considerazione della coerenza con gli impegni e le strategie già intraprese.

 

5. Settori prioritari d’intervento e risultati attesi

L’impegno della Cooperazione italiana in Etiopia è stato finora regolato da un Programma Paese (2009- 2011), prossimo alla conclusione, di importo pari a 49,3 milioni di Euro (sanità, educazione, WASH e sviluppo rurale costituiscono la maggior parte degli aiuti).

Con il Nuovo Programma Paese 2013-2015, firmato ad Addis Abeba il 30 maggio 2013, l’Italia intende finanziare programmi per un totale di 99 milioni di euro, di cui 65 milioni di Euro a credito e circa 34 milioni di Euro a dono. A questo ammontare si aggiungono gli importi a dono relativi all’assistenza tecnica, al coordinamento e al monitoraggio sulle iniziative da parte della cooperazione italiana.

Le risorse verranno suddivise nei seguenti macro-settori: sviluppo rurale e del settore privato 48.2 mln; sanità e servizi di base 23.8 mln; educazione e gender 8.4 mln; WASH 18.5 mln, con il proposito di contribuire allo sviluppo della resilienza nelle aree pastorali più soggette alle ricorrenti crisi umanitarie legate alla siccità in sei distretti della regione Afar; a consentire l’accesso all’acqua per una popolazione urbana stimata intorno alle 250.000 unità; al miglioramento delle condizioni di apprendimento nelle scuole primarie e secondarie del Paese e al rafforzamento istituzionale per favorire il miglioramento dei risultati di apprendimento; al potenziamento della qualità e della copertura dei servizi sanitari di base contribuendo così al miglioramento della salute della popolazione.

Anche in ragione delle limitate disponibilità finanziarie a dono, il nuovo Programma Paese include una componente rilevante a credito d’aiuto, a condizioni particolarmente vantaggiose (periodo di grazia 30 anni, tasso di concessionalità 70 per cento).

Una parte significativa dei previsti interventi a credito riguarderà lo sviluppo rurale e del settore privato, anche a seguito del recente impegno preso dall’Italia a favore della “New Alliance for Food Security and Nutrition”. Il nuovo Programma Paese impegnerà dunque la maggior parte delle risorse in favore dello sviluppo del settore agricolo, con un focus particolare verso i piccoli agricoltori, il rafforzamento delle filiere produttive e la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti privati.

L’altra area di concentrazione dell’aiuto italiano riguarda i servizi di base, principalmente la sanità (in particolare la salute materno-infantile), l’acqua, con un significativo programma di investimenti per l’approvvigionamento idrico delle città di media dimensione (WASH in Small and Medium Towns), e l’educazione, con la partecipazione a un fondo comune insieme a Regno Unito, Finlandia, Stati Uniti e Banca Mondiale.

Quanto agli strumenti, il nuovo Programma Paese verrà implementato attraverso programmi bilaterali (con i fondi gestiti sia da parte del governo etiope o direttamente dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo), programmi multilaterali (attraverso agenzie delle Nazioni Unite come FAO, UNIDO, Banca Mondiale, IFC) e contributi a fondi messi in comune con altri donatori internazionali (bilaterali e multilaterali).

L'importanza del monitoraggio e della valutazione dei risultati per migliorare trasparenza e accountability è cruciale per la Cooperazione Italiana allo Sviluppo. In Etiopia, anche in considerazione di una presenza continuativa e radicata, l'Italia è impegnata ad allineare e coordinare i propri sforzi a quelli dei partner europei, anche con l’obiettivo di creare un quadro comune di strumenti per l'analisi e la valutazione dei risultati in vista delle azioni future.

Il quadro di cooperazione Ethio-italiano 2013-2015 sarà attuato secondo i principi di trasparenza e responsabilità, sia da parte etiope che italiana. Informazioni sugli stanziamenti di bilancio e gli impegni finanziari derivanti dal nuovo programma di cooperazione verranno rese accessibili al pubblico, così come gli aggiornamenti sulle attività svolte dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo in Etiopia, attraverso tutti i mezzi di comunicazione. Il dialogo con la società civile continuerà ad essere incoraggiata anche attraverso i media e i social network.