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Burkina Faso

Burkina Faso

> Africa Sub-Sahariana

Info

Popolazione
16.460.141
Crescita demografica
2,86 %
PIL
7.721.128.878 $
PIL pro capite
469 $
Fonte: OCSE

Le politiche di cooperazione nel Paese

1. Inquadramento e motivazioni della presenza italiana di cooperazione

 

Il Burkina Faso costituisce uno dei partner storici della Cooperazione italiana: in più di 25 anni di interventi, Ouagadougou è stata destinataria di 107 milioni di euro a dono. La cooperazione italiana è intervenuta tradizionalmente nei settori sanitario e dello sviluppo rurale, oltre che per iniziative di emergenza. Il reinserimento tra i Paesi prioritari per l’approvazione di nuove iniziative da parte della Cooperazione Italiana pone in evidenza il ruolo di primo piano del Burkina Faso nel contesto della regione saheliana e la volontà dell’Italia di rafforzare il proprio partenariato, anche in risposta alla crisi alimentare determinata dalle emergenze climatiche ed ambientali, dalla dinamica dei prezzi delle derrate alimentari e, da ultimo, dall’afflusso di popolazioni provenienti dal Mali. Nel corso delle visite compiute a Ouagadougou nell’aprile e luglio 2012 dal Ministro per la Cooperazione Internazionale, Andrea Riccardi, è stata espressa la volontà di collocare la collaborazione tra Italia e Burkina Faso nel settore della cooperazione allo sviluppo in un contesto organico e strutturato. Si è così giunti alla firma dell’Accordo Quadro di Cooperazione, sottoscritto dallo stesso Ministro Riccardi e del Ministro degli Esteri, Djibril Bassolé, in occasione della visita di quest’ultimo a Roma il 17 settembre 2012. La sigla di un tale importante Accordo bilaterale e la concomitante riapertura dell’Ufficio di Cooperazione a Ouagadougou permettono di dare corso alla programmazione di interventi futuri di cooperazione, i quali potranno essere contemplati nel Protocollo Triennale di cooperazione 2013-15, di cui il presente Quadro Paese costituisce la principale base di riferimento.

 

2. Altri donatori internazionali di rilievo, coordinamento e possibilità di divisione del lavoro, esercizi di valutazione congiunta (harmonization - armonizzazione)

 

In Burkina Faso sono presenti i più importanti Donatori Internazionali, sia multilaterali (Banca Mondiale ed Unione Europea sono i maggiori contributori) che bilaterali (tra i quali spiccano Francia e Paesi Bassi). Grazie alla recente riapertura dell’Ufficio di Ouagadougou, sarà possibile riprendere un dialogo costante con il resto della comunità dei Donatori, a cominciare dalla partecipazione ai gruppi di lavoro tematici in cui l’Italia ha svolto sino al recente passato un ruolo di primo piano, quali il sanitario, quello delle tematiche gender e dell’imprenditoria femminile. Sulla scorta di quanto sta avvenendo in altri Paesi prioritari per la Cooperazione italiana, verrà inoltre esaminata la possibilità di una programmazione congiunta (Joint Programming) in ambito comunitario, ciò anche al fine di migliorare e rendere più efficace la divisione del lavoro tra i partner UE presenti nel Paese.

 

3. Altre espressioni del Sistema italiano di Cooperazione presenti nel Paese (Ong, Università, enti locali, settore privato) ed eventuali modalità di un loro coinvolgimento

 

La cooperazione territoriale è un tratto distintivo della presenza italiana in Burkina Faso e sono diversi i soggetti della cooperazione decentrata che svolgono un ruolo di rilievo nel Paese. Tra questi, la Regione Toscana, la Regione Piemonte, la Provincia Autonoma di Bolzano, l’ANCI e l’UPI. Significativa, inoltre, la presenza delle ONG italiane, che vede la radicata presenza di FOCSIV (con 14 ONG associate presenti nel Paese), CIAI, Mani Tese, Reach Italia, GVC, LVIA/CISV e Oxfam. I vari attori del sistema italiano cooperano e si rendono parte integrante del processo di programmazione della strategia italiana in Burkina, contribuendo ad identificare i settori prioritari, evidenziando anche tematiche trasversali (come la tutela dell’infanzia e la sostenibilità ambientale) cui ispirare le iniziative da promuovere ed indicando le collaborazioni più idonee con gli organismi internazionali per raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel corso dei contatti e delle riunioni operative che vengono tenuti con i vari soggetti del sistema della cooperazione, si è anche dato avvio ad un processo di “mappatura” di tutti gli operatori italiani presenti in loco. La fruttuosa ed utile esperienza del Tavolo Burkina Faso, tenutosi a Roma il 18 dicembre 2012, testimonia il rafforzamento del dialogo tra Istituzioni ed attori del Sistema Italia della Cooperazione presenti in Burkina Faso, al fine di consolidare e rendere sinergica la nostra presenza, anche in sede di condivisione e negoziazione degli obiettivi del Programma Triennale qui in esame con le Autorità burkinabé. Tale inclusive partnership è l’elemento distintivo e precipuo grazie al quale l’azione della Cooperazione italiana potrà ulteriormente consolidarsi nel prossimo triennio 2013-15.

 

4. Obiettivi generali della cooperazione italiana nel Paese, loro condivisione con la controparte e loro coerenza con gli orientamenti internazionali in materia di efficacia dello sviluppo

 

L’obiettivo generale del Programma triennale italiano è quello di contribuire alla Stratégie de croissance accélérée et de développement durable (SCADD) 2011-2015, presentata dal Governo burkinabé nel marzo 2010 e basata su quattro pilastri: crescita accelerata del settore rurale (e della sicurezza alimentare), sviluppo del capitale umano (inclusa la promozione della protezione sociale), rafforzamento della governance, temi trasversali (giovani, disabilità). In tale contesto, il Programma italiano, in linea anche con quanto prodotto in passato sia a livello bilaterale governativo che dagli svariati attori che compongono la società civile, privilegerà un approccio sistemico teso al raggiungimento degli obiettivi specifici ricompresi all’interno della SCADD mediante azioni di sostegno alla diversificazione dei redditi rurali, d’intensificazione della produzione agricola identificando colture alternative ovvero esplorando le potenzialità turistiche esistenti anche in ambito rurale. Verrà migliorata, ove possibile, la multifunzionalità, favorendo la capitalizzazione delle imprese agricole anche mediante fornitura di servizi finanziari, il rafforzamento delle capacità di pianificazione delle unità amministrative periferiche ed, infine, il miglioramento delle condizioni sanitarie delle popolazioni locali. Tale strategia risponde agli esiti ed alle determinazioni del dialogo già avviato con i principali attori della società civile italiana presenti da tempo in Burkina Faso, oltre che alle direttrici di natura politica di cui s’è riferito sopra. Per la realizzazione degli interventi verranno utilizzati i canali contemplati dalla l. 49/1987. In particolare, nel 2013, si prevede di allocare uno o più contributi multilaterali per il valore massimo di 2 milioni di Euro; contributi sul canale bilaterale governativo, inclusi quelli in Convenzione con Regioni, Enti Locali ed Università, per un valore massimo di 3,4 milioni di Euro. A tali cifre potranno aggiungersi i contributi che verranno concessi a progetti promossi da Organizzazioni non Governative, secondo le nuove procedure in fase di lancio da parte del competente Ufficio della Direzione Generale; verrà, infine, promosso l’utilizzo dello strumento dell’art. 7, d’intesa con altre Direzioni Generali del Ministero degli Esteri coinvolte in materia di sostegno al commercio e sviluppo del settore privato.

 

5. Settori prioritari d’intervento e risultati attesi

 

La cooperazione italiana è intervenuta tradizionalmente nei settori sanitario e dello sviluppo rurale, senza far mai mancare, tuttavia, la propria solidarietà per iniziative di emergenza. A tal riguardo, si segnalano il contributo al PAM del valore di 500.000 euro concesso nel marzo 2010, finalizzato a contrastare la malnutrizione acuta registrata tra i bambini burkinabé; e la fornitura di beni umanitari, per un importo complessivo di 124.500 euro, per fronteggiare le inondazioni che hanno colpito il Burkina nel mese di settembre 2009. Ouagadougou è peraltro sede del Segretariato del CILSS (Comité Inter-Etats pour la Lutte contre la Sécheresse dans le Sahel), nel cui quadro è in corso un importante programma regionale, denominato Lotta alla desertificazione per la Riduzione della povertà (operante in altri tre Paesi dell’area), per il quale l’Italia ha contribuito con circa 25 milioni di euro. La Cooperazione Italiana ha svolto in passato il ruolo di capofila nel settore della lotta alla desertificazione, finanziando interventi realizzati con UNOPS, il CILSS. Da rilevare, in tale contesto, è il Programma di Sviluppo Locale nell’Ader Doutchi Maggia (PDL/ADM), noto come “Progetto Keita”, del valore di circa 50 milioni di euro e durato circa 25 anni, con il quale l’Italia ha brillantemente contribuito a rilanciare l’agricoltura in una delle zone più aride del Sahel, concentrando la strategia di intervento da un lato sullo sviluppo sostenibile tra cambiamenti climatici e pressione umana, e dall’altro sull’acqua come fattore essenziale di sviluppo. Sul canale bilaterale, vi è al momento in corso, nell’ambito del Programma di sostegno alla realizzazione del Piano Nazionale di Sviluppo Sanitario, una sola iniziativa nel settore della Lotta alla malaria (II fase, del valore di circa 2,2 milioni di euro), per il quale il Burkina Faso è divenuto uno degli osservatori più importanti ed all’avanguardia del mondo. L’obiettivo della seconda fase è quello di potenziare il Centro Medico con Antenna chirurgica (CMA) del distretto sanitario 30 di Ouagadougou (poi chiamato distretto di Bogodogo), fatto nascere dal primo intervento che la Cooperazione italiana ha finanziato a partire dal 2003, per un valore di poco meno di 2 milioni di euro. Sono attualmente allo studio forme di cooperazione decentrata in collaborazione con enti locali (Provincia autonoma di Bolzano e Regione Piemonte), un’iniziativa nel settore della lotta alla malaria promossa dall’Università La Sapienza ed un progetto sulla sicurezza alimentare in corso di definizione da parte dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare. Posti la sanità e lo sviluppo rurale quali settori prioritari d’intervento, la Cooperazione italiana si prefigge di intervenire anche per sostenere il decentramento amministrativo, la microfinanza, il sistema dell’anagrafe e la microimprenditoria giovanile e femminile. Le attività che verranno identificate all’interno del Programma triennale di cooperazione dovranno essere pertanto sinergiche con quanto è attualmente in corso. Ulteriori risorse potranno essere destinate alla realizzazione di interventi nei settori delle tecniche di lotta alla desertificazione, di recupero e protezione delle terre, della raccolta e gestione delle acque superficiali per uso pastorale,agricolo e domestico, del sostegno allo sviluppo della società civile e creazione di impiego, dell’incremento dei sistemi di filiera volti al mercato interno e della capacità di risposta agli shock esogeni, sia climatici che economici, del rafforzamento dell’ownership della governance a livello locale e regionale, concertando le proprie iniziative con quelle dei partner internazionali e dei vari soggetti del sistema della cooperazione italiana.

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Info

Popolazione
16.460.141
Crescita demografica
2,86 %
PIL
7.721.128.878 $
PIL pro capite
469 $
Fonte: OCSE

Gli aiuti nel tempo

Le variazioni negli anni delle risorse impegnante ed erogate per l'aiuto pubblico bilaterale e multi-bilaterale.



Impegnati
Erogati

Year Impegnati Erogati
2004 1.7845528e+12 2.395511184e+12
2005 1.06056577e+12 1.28068192e+12
2006 8.717594971e+11 7.8372789159e+11
2007 2.279519688e+12 1.8929985604e+12
2008 1.49521363e+12 1.56930005e+12
2009 6.20003617e+12 3.83877596e+12
2010 2.48753509e+12 3.22000555e+12
2011 1.78036401e+12 3.50042336e+12
2012 3.92268e+12 2.23107e+12
2013 5.87357e+12 3.28257e+12
2014 9.53066e+12 5.5521e+12
2015 1.154024957e+13 7.4397599e+12
2016 3.7150459e+12 7.66737814e+12

L'Aiuto in numeri

Bilaterale e Multi-Bilaterale

57

I progetti della cooperazione italiana nel mondo

€ 1.495.214

I fondi complessivi impegnati

€ 1.569.300

I fondi complessivi erogati

Per cosa vengono utilizzati?

Lo scopo / settore di destinazione di un contributo bilaterale viene identificato rispondendo alla domanda "quale settore specifico della struttura economica e sociale del destinatario il trasferimento è destinato a promuovere". La classificazione per settore non fa riferimento al tipo di beni o servizi forniti dal donatore ma al settore a cui sono diretti: ad esempio la formazione in agricoltura non viene riportata nel settore Educazione ma Agricoltura, la costruzione di infrastrutture per lo stoccaggio agricolo non viene riportata nel settore Costruzione ma Agricoltura, ecc leggi tutto chiudi

Infrastrutture e servizi sociali 702.196
Settori produttivi 439.662
Multisettoriale/trasversale 301.855
Infrastrutture economiche e servizi 25.000
Sostegno al Bilancio ed alle importazioni 25.000
Non specificato 1.500

Con quali strumenti?

Identifica le modalità utilizzate nell’erogazione dell’aiuto e prende a riferimento il primo destinatario (ad esempio, il paese beneficiario, un organismo multilaterale, o un fondo comune) che riceve i fondi direttamente dal donatore. leggi tutto chiudi

Progetti di cooperazione 495.833
Altre spese nel paese donatore 1.500

Chi finanzia?

Enti governativi (a livello centrale, statale o locale) che finanziano le iniziative di Aiuto Pubblico allo Sviluppo con fondi attinti direttamente dal proprio bilancio.
  leggi tutto chiudi

AICS - Agenzia Italiana di Cooperazione e Sviluppo (DGCS fino al 2015) 1.078.782
Amministrazioni Locali 416.432

Le politiche di cooperazione nel Paese

1. Inquadramento e motivazioni della presenza italiana di cooperazione

 

Il Burkina Faso costituisce uno dei partner storici della Cooperazione italiana: in più di 25 anni di interventi, Ouagadougou è stata destinataria di 107 milioni di euro a dono. La cooperazione italiana è intervenuta tradizionalmente nei settori sanitario e dello sviluppo rurale, oltre che per iniziative di emergenza. Il reinserimento tra i Paesi prioritari per l’approvazione di nuove iniziative da parte della Cooperazione Italiana pone in evidenza il ruolo di primo piano del Burkina Faso nel contesto della regione saheliana e la volontà dell’Italia di rafforzare il proprio partenariato, anche in risposta alla crisi alimentare determinata dalle emergenze climatiche ed ambientali, dalla dinamica dei prezzi delle derrate alimentari e, da ultimo, dall’afflusso di popolazioni provenienti dal Mali. Nel corso delle visite compiute a Ouagadougou nell’aprile e luglio 2012 dal Ministro per la Cooperazione Internazionale, Andrea Riccardi, è stata espressa la volontà di collocare la collaborazione tra Italia e Burkina Faso nel settore della cooperazione allo sviluppo in un contesto organico e strutturato. Si è così giunti alla firma dell’Accordo Quadro di Cooperazione, sottoscritto dallo stesso Ministro Riccardi e del Ministro degli Esteri, Djibril Bassolé, in occasione della visita di quest’ultimo a Roma il 17 settembre 2012. La sigla di un tale importante Accordo bilaterale e la concomitante riapertura dell’Ufficio di Cooperazione a Ouagadougou permettono di dare corso alla programmazione di interventi futuri di cooperazione, i quali potranno essere contemplati nel Protocollo Triennale di cooperazione 2013-15, di cui il presente Quadro Paese costituisce la principale base di riferimento.

 

2. Altri donatori internazionali di rilievo, coordinamento e possibilità di divisione del lavoro, esercizi di valutazione congiunta (harmonization - armonizzazione)

 

In Burkina Faso sono presenti i più importanti Donatori Internazionali, sia multilaterali (Banca Mondiale ed Unione Europea sono i maggiori contributori) che bilaterali (tra i quali spiccano Francia e Paesi Bassi). Grazie alla recente riapertura dell’Ufficio di Ouagadougou, sarà possibile riprendere un dialogo costante con il resto della comunità dei Donatori, a cominciare dalla partecipazione ai gruppi di lavoro tematici in cui l’Italia ha svolto sino al recente passato un ruolo di primo piano, quali il sanitario, quello delle tematiche gender e dell’imprenditoria femminile. Sulla scorta di quanto sta avvenendo in altri Paesi prioritari per la Cooperazione italiana, verrà inoltre esaminata la possibilità di una programmazione congiunta (Joint Programming) in ambito comunitario, ciò anche al fine di migliorare e rendere più efficace la divisione del lavoro tra i partner UE presenti nel Paese.

 

3. Altre espressioni del Sistema italiano di Cooperazione presenti nel Paese (Ong, Università, enti locali, settore privato) ed eventuali modalità di un loro coinvolgimento

 

La cooperazione territoriale è un tratto distintivo della presenza italiana in Burkina Faso e sono diversi i soggetti della cooperazione decentrata che svolgono un ruolo di rilievo nel Paese. Tra questi, la Regione Toscana, la Regione Piemonte, la Provincia Autonoma di Bolzano, l’ANCI e l’UPI. Significativa, inoltre, la presenza delle ONG italiane, che vede la radicata presenza di FOCSIV (con 14 ONG associate presenti nel Paese), CIAI, Mani Tese, Reach Italia, GVC, LVIA/CISV e Oxfam. I vari attori del sistema italiano cooperano e si rendono parte integrante del processo di programmazione della strategia italiana in Burkina, contribuendo ad identificare i settori prioritari, evidenziando anche tematiche trasversali (come la tutela dell’infanzia e la sostenibilità ambientale) cui ispirare le iniziative da promuovere ed indicando le collaborazioni più idonee con gli organismi internazionali per raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel corso dei contatti e delle riunioni operative che vengono tenuti con i vari soggetti del sistema della cooperazione, si è anche dato avvio ad un processo di “mappatura” di tutti gli operatori italiani presenti in loco. La fruttuosa ed utile esperienza del Tavolo Burkina Faso, tenutosi a Roma il 18 dicembre 2012, testimonia il rafforzamento del dialogo tra Istituzioni ed attori del Sistema Italia della Cooperazione presenti in Burkina Faso, al fine di consolidare e rendere sinergica la nostra presenza, anche in sede di condivisione e negoziazione degli obiettivi del Programma Triennale qui in esame con le Autorità burkinabé. Tale inclusive partnership è l’elemento distintivo e precipuo grazie al quale l’azione della Cooperazione italiana potrà ulteriormente consolidarsi nel prossimo triennio 2013-15.

 

4. Obiettivi generali della cooperazione italiana nel Paese, loro condivisione con la controparte e loro coerenza con gli orientamenti internazionali in materia di efficacia dello sviluppo

 

L’obiettivo generale del Programma triennale italiano è quello di contribuire alla Stratégie de croissance accélérée et de développement durable (SCADD) 2011-2015, presentata dal Governo burkinabé nel marzo 2010 e basata su quattro pilastri: crescita accelerata del settore rurale (e della sicurezza alimentare), sviluppo del capitale umano (inclusa la promozione della protezione sociale), rafforzamento della governance, temi trasversali (giovani, disabilità). In tale contesto, il Programma italiano, in linea anche con quanto prodotto in passato sia a livello bilaterale governativo che dagli svariati attori che compongono la società civile, privilegerà un approccio sistemico teso al raggiungimento degli obiettivi specifici ricompresi all’interno della SCADD mediante azioni di sostegno alla diversificazione dei redditi rurali, d’intensificazione della produzione agricola identificando colture alternative ovvero esplorando le potenzialità turistiche esistenti anche in ambito rurale. Verrà migliorata, ove possibile, la multifunzionalità, favorendo la capitalizzazione delle imprese agricole anche mediante fornitura di servizi finanziari, il rafforzamento delle capacità di pianificazione delle unità amministrative periferiche ed, infine, il miglioramento delle condizioni sanitarie delle popolazioni locali. Tale strategia risponde agli esiti ed alle determinazioni del dialogo già avviato con i principali attori della società civile italiana presenti da tempo in Burkina Faso, oltre che alle direttrici di natura politica di cui s’è riferito sopra. Per la realizzazione degli interventi verranno utilizzati i canali contemplati dalla l. 49/1987. In particolare, nel 2013, si prevede di allocare uno o più contributi multilaterali per il valore massimo di 2 milioni di Euro; contributi sul canale bilaterale governativo, inclusi quelli in Convenzione con Regioni, Enti Locali ed Università, per un valore massimo di 3,4 milioni di Euro. A tali cifre potranno aggiungersi i contributi che verranno concessi a progetti promossi da Organizzazioni non Governative, secondo le nuove procedure in fase di lancio da parte del competente Ufficio della Direzione Generale; verrà, infine, promosso l’utilizzo dello strumento dell’art. 7, d’intesa con altre Direzioni Generali del Ministero degli Esteri coinvolte in materia di sostegno al commercio e sviluppo del settore privato.

 

5. Settori prioritari d’intervento e risultati attesi

 

La cooperazione italiana è intervenuta tradizionalmente nei settori sanitario e dello sviluppo rurale, senza far mai mancare, tuttavia, la propria solidarietà per iniziative di emergenza. A tal riguardo, si segnalano il contributo al PAM del valore di 500.000 euro concesso nel marzo 2010, finalizzato a contrastare la malnutrizione acuta registrata tra i bambini burkinabé; e la fornitura di beni umanitari, per un importo complessivo di 124.500 euro, per fronteggiare le inondazioni che hanno colpito il Burkina nel mese di settembre 2009. Ouagadougou è peraltro sede del Segretariato del CILSS (Comité Inter-Etats pour la Lutte contre la Sécheresse dans le Sahel), nel cui quadro è in corso un importante programma regionale, denominato Lotta alla desertificazione per la Riduzione della povertà (operante in altri tre Paesi dell’area), per il quale l’Italia ha contribuito con circa 25 milioni di euro. La Cooperazione Italiana ha svolto in passato il ruolo di capofila nel settore della lotta alla desertificazione, finanziando interventi realizzati con UNOPS, il CILSS. Da rilevare, in tale contesto, è il Programma di Sviluppo Locale nell’Ader Doutchi Maggia (PDL/ADM), noto come “Progetto Keita”, del valore di circa 50 milioni di euro e durato circa 25 anni, con il quale l’Italia ha brillantemente contribuito a rilanciare l’agricoltura in una delle zone più aride del Sahel, concentrando la strategia di intervento da un lato sullo sviluppo sostenibile tra cambiamenti climatici e pressione umana, e dall’altro sull’acqua come fattore essenziale di sviluppo. Sul canale bilaterale, vi è al momento in corso, nell’ambito del Programma di sostegno alla realizzazione del Piano Nazionale di Sviluppo Sanitario, una sola iniziativa nel settore della Lotta alla malaria (II fase, del valore di circa 2,2 milioni di euro), per il quale il Burkina Faso è divenuto uno degli osservatori più importanti ed all’avanguardia del mondo. L’obiettivo della seconda fase è quello di potenziare il Centro Medico con Antenna chirurgica (CMA) del distretto sanitario 30 di Ouagadougou (poi chiamato distretto di Bogodogo), fatto nascere dal primo intervento che la Cooperazione italiana ha finanziato a partire dal 2003, per un valore di poco meno di 2 milioni di euro. Sono attualmente allo studio forme di cooperazione decentrata in collaborazione con enti locali (Provincia autonoma di Bolzano e Regione Piemonte), un’iniziativa nel settore della lotta alla malaria promossa dall’Università La Sapienza ed un progetto sulla sicurezza alimentare in corso di definizione da parte dell’Istituto Agronomico per l’Oltremare. Posti la sanità e lo sviluppo rurale quali settori prioritari d’intervento, la Cooperazione italiana si prefigge di intervenire anche per sostenere il decentramento amministrativo, la microfinanza, il sistema dell’anagrafe e la microimprenditoria giovanile e femminile. Le attività che verranno identificate all’interno del Programma triennale di cooperazione dovranno essere pertanto sinergiche con quanto è attualmente in corso. Ulteriori risorse potranno essere destinate alla realizzazione di interventi nei settori delle tecniche di lotta alla desertificazione, di recupero e protezione delle terre, della raccolta e gestione delle acque superficiali per uso pastorale,agricolo e domestico, del sostegno allo sviluppo della società civile e creazione di impiego, dell’incremento dei sistemi di filiera volti al mercato interno e della capacità di risposta agli shock esogeni, sia climatici che economici, del rafforzamento dell’ownership della governance a livello locale e regionale, concertando le proprie iniziative con quelle dei partner internazionali e dei vari soggetti del sistema della cooperazione italiana.