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Palestina

Palestina

> Vicino e Medio Oriente

Info

Popolazione
4.046.901
Crescita demografica
3,01 %
PIL
-
PIL pro capite
-
Fonte: OCSE

Le politiche di cooperazione nel Paese

1. Presenza della Cooperazione Italiana in Palestina 

A seguito di un periodo che ha visto un miglioramento della qualità e del funzionamento delle istituzioni, della crescita economica, e delle condizioni di vita e di sicurezza, negli ultimi anni l’ economia e cresciuta più lentamente  passando dall’ 11% nel 2011 al 1.9% nel 2013.

Il rallentamento della crescita economica potrebbe essere dovuto non solo ad un minore sostegno da parte dei donatori internazionali ma anche alle forti restrizioni imposte da Israele in particolare a Gerusalemme Est e in Area C (rappresentante il ¾ del WB ed essendo anche l’ area maggiormente produttiva) e la Striscia di Gaza, e ai rallentamento del processo di pace.

Nel 2013 la disoccupazione ha raggiunto il 25% (40% nella Striscia di Gaza) colpendo soprattutto i giovani laureati (33%) e le donne (solo il 17.7 % della forza lavoro è rappresentata da donne). Il rallentamento della crescita economica ha un impatto negativo sul processo di Institutional Building dell’ ANP riducendone l’ entrata fiscale e incrementando quindi la crisi economica.

Si prevede che il gap fiscale per il 2014 raggiunga 1.3 miliardi di dollari pari al 15% del PIL Palestinese e conseguentemente la sostenibilità e la capacita della ANP di fornire servizi sociali alla popolazione sarà ulteriormente limitata.

Di concerto con la comunità internazionale, il Governo Italiano è attivamente coinvolto nel processo di rafforzamento e consolidamento delle istituzioni e dell’economia palestinese al fine di rispondere adeguatamente alla richiesta di indipendenza e sovranità da parte dalle popolazione.

La Cooperazione Italiana riconosce come di primaria importanza la crescita economica per poter garantire la il processo di Institutional Building e la promozione di stabilità e sicurezza sociale. 

Con un impegno di 380 milioni dal 1985, la Cooperazione italiana è tra i principali donatori della Palestina , di cui rappresenta un interlocutore affidabile garantendo un adeguato sostegno umanitario alle fasce più vulnerabile della popolazione, sostenendo il bilancio corrente della PNA e promuovendo lo sviluppo economico e sociale in Palestina.

Nel 2012, il rafforzamento e consolidamento dell’impegno del nostro Paese a sostegno dell’ANP è stato sancito dalla firma, a Roma, il 23 novembre 2012, dell’Accordo quadro di Cooperazione (DCFA) e di una serie di Memoranda of Understanding nei settori della giustizia, istruzione, cultura e cooperazione economica. 

 

2. Altri donatori internazionali, coordinamento e opportunità di divisione del lavoro, esercizio di valutazione congiunta (Harmonization)

La Cooperazione Italiana lavora in stretta collaborazione con i principali stakeholders che operano in Palestina, dai Ministeri dell’ANP alla comunità dei donatori internazionali, Unione Europea e altre organizzazioni internazionali.

Al fine di garantire l’applicazione del concetto di Harmonisation, il Governo Italiano svolge un ruolo importante nel coordinamento tra donatori europei (Working Group), Local Aid Coordination System (LACS), Agenzie delle Nazioni Unite (UNDP, WFP, UNRWA e UNOCHA).

L’Italia, in qualità di principale donatore europeo, ha sempre sostenuto la creazione di una Stato Palestinese totalmente indipendente.

Per migliorare l’efficacia ed evitare l’overlapping con le altre iniziative dei donatori, l’Italia partecipa al EU Joint Programming che ha condotto alla formulazione del EU Local Strategy on Development Cooperation in Palestine per il 2013: in tal senso l’ Italia ricopre il ruole di lead donor nel settore Sanità e Genere ed Empowerment femminile, focal sectors europei.

Dal 2008, l’Italia contribuisce al programma PEGASE, con quasi 28 milioni di Euro, volto al pagamento degli stipendi e delle pensioni dei dipendenti pubblici.

La Cooperazione Italiana allo sviluppo rafforza altresì i rapporti con il sistema delle Nazioni Unite. A questo proposito, le iniziative sviluppate nella ambito della programma di emergenza sono definite in linea con i bisogni rilevati annualmente da UNOCHA Palestine Humanitarian Programme Cycle (HPC). A ciò si aggiunge che nel 2014 il contributo all’UNRWA da parte del governo italiano è stato pari a 6 milioni di Euro raggiungendo circa 105 milioni di Dollari dal 2000.

Non ultimo il sostegno fornito dal Governo Italiano all’UNDP con un contributo di 3 milioni di Euro al programma FAIR volto a promuovere le attività di sostegno alla comunità locale e accesso alle infrastrutture in Area C e Gerusalemme Est. 

 

3. Altre forme di partecipazione della Cooperazione Italiana in Palestina (Ong, Università, Autorità Locali, settore privato)

La Cooperazione Italiana è altresì attiva attraverso progetti promossi delle ONG, Università e Cooperazione Decentrata. L'impegno delle 24 ONG italiane in Palestina si traduce in una serie di iniziative realizzate in diversi settori, con finanziamenti della cooperazione italiana, delle Regioni ed Enti Locali italiani e dell'Unione Europea ed organizzazioni internazionali nei settori dell’agricoltura e sicurezza alimentare, ambiente e risorse naturali.

Per quanto riguarda il Programma di Emergenza a supporto della popolazione vulnerabile palestinese residente, le iniziative realizzate dalle ONG nelle tre aree di riferimento quali la Striscia di Gaza, Area C e Gerusalemme Est, garantiscono una risposta efficace alle esigenze umanitarie nel settore sanitario, sociale e idrico. 

Dal 1996 la Cooperazione Universitaria ha reso possibile una serie di Post Graduate Training Courses quali il Master in Scienze Sociali e Affari Umanitari (Università La Sapienza, Roma), Training for Health Officer to develop the use of endo-laparoscopy technologies (Seconda Università di Napoli - SUN) e il Master in Cooperazione (Università di Pavia in partnership con ONG Italiane). I corsi mirano a rafforzare i legami tra le istituzioni accademiche Italiane e Palestinesi.

L’Università di Pavia coordina altresì il Programma E-Plus con l’obiettivo di allargare ,la cooperazione accademica a le capacità didattiche dei professori locali. 

Infine, l’Università La Sapienza in partenariato con il Dipartimento delle Antichità e del patrimonio Culturale (Ministero del Turismo Palestinese) porta avanti una iniziativa congiunta a supporto degli scavi archeologici a Tel El Sultan di Gerico. 

Per quanto riguarda la Cooperazione Decentrata si segnala l’iniziativa “Palestinian International Arbitration Chamber (PIAC)”, promossa dalla Regione Umbria in collaborazione con l’Università di Perugia per un ammontare di 1.2 milioni di euro.

L’iniziativa nel promuovere lo  sviluppo  economico del paese rafforza il processo di Institutional Building attraverso la definizione della prima camera arbitrale palestinese. 

La PIAC si basa su standard internazionalmente riconosciuti e vuole creare strumenti efficaci per risolvere dispute di carattere commerciale e per facilitare compagnie estere che hanno la volontà di investire in Palestina

 

4. Obiettivi generali della Cooperazione Italiana nel Paese, condivise con le controparti, e adeguate alle Linee Guida Internazionali sull’efficacia dell’aiuto.

La Cooperazione Italiana in Palestina si fonda su due modalità di intervento: a) programma di sviluppo e b) aiuti umanitari.

Negli ultimi anni, aderendo ai principi di ownership e, allineamento, ed efficace dell’aiuto, l’intervento italiano si è evoluto passando da singole iniziative a programmi di sviluppo di lungo respiro.Per l’anno 2014-2016, l’impegno della Cooperazione Italiana in Palestina si concentra in 4 obiettivi settoriali: 

Salute

Migliorare lo stato di salute della popolazione e ridurre insostenibile spesa sanitaria dovuta al trasferimento dei pazienti all’estero; contrastare le malattie croniche non comunicabili (NCDs) attraverso il rafforzamento del sistema primario di salute; la protezione e la promozione della salute e la prevenzione delle malattie;

Gender e protezione Sociale

Potenziare le opportunità di sviluppo socio-economico delle donne e contribuire all’applicazione di strumenti internazionali per la protezione dei diritti delle donne. Ciò attraverso la promozione della partecipazione delle donne all’economia nazionale; combattere la violenza contro le donne attraverso politiche di prevenzione primaria e secondaria e attraverso la reintegrazione nella società delle donne sopravvissute alla violenza.

Sviluppo Economico

Promuovere uno sviluppo economico sostenibile attraverso l’accesso facilitato ai servizi finanziari e non finanziari per le piccole e medie imprese (SME), i gruppi vulnerabili quali donne, giovani e agricoltori. 

Emergenza.

Rafforzare la resilienza dei Palestinesi che vivono in condizioni di emergenza cronica attraverso la fornitura di servizi di base e migliorando ilm loro accesso alimentare.

In aggiunta ai suddetti settori ed in linea con le EU Local Development Strategy (EU LDS) e l’impegno con il EU Joint Programming, la Cooperazione Italiana si e allineata con l’obiettivo europeo “Support to Governance at local and national levels”.

A questo riguardo la componente Human Rights della Cooperazione Italiana vuole contribuire alla costruzione dello Stato Palestinese basato sul concetto di stato di diritto (Rule of Law), rispetto dei diritti umani all’interno di una Democrazia con istituzioni locali e nazionali realmente affidabili. 

Gli obiettivi sopramenzionati sono in linea con il Palestinian National Development Plan (PNDP) 2014-16. Più specificatamente il PNDP definisce 4 Pillars sui quali la ANP e i donatori internazionali intervengono per promuovere uno sviluppo sociale ed economico sostenibile. I Pillars sono:

  • Governance
  • Servizi pubblici e Social Protection
  • Sviluppo economico
  • Settore privati e infrastrutture.

 

5. Settori prioritari e risultati attesi della Cooperazione Italiana in Palestina 

Nell’ambito del strategia generale della Cooperazione italiana sono stati evidenziati 4 settori prioritari:

  • Salute
  • Gender & Social Protection
  • Sviluppo Economico
  • Emergenza (Aiuti Umanitari)

A questi settori,  la Cooperazione Italiana è anche attiva nel settore Diritti Umani e Giustizia.

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Info

Popolazione
4.046.901
Crescita demografica
3,01 %
PIL
-
PIL pro capite
-
Fonte: OCSE

Gli aiuti nel tempo

Le variazioni negli anni delle risorse impegnante ed erogate per l'aiuto pubblico bilaterale e multi-bilaterale.



Impegnati
Erogati

Year Impegnati Erogati
2004 8.26195675e+12 1.1114880198e+13
2005 3.74096491e+13 1.426237869e+13
2006 5.1385325557e+12 5.80886055762e+12
2007 1.51820641e+13 1.446117739e+13
2008 4.266305383e+13 4.874334061e+13
2009 1.903545867e+13 2.837499376e+13
2010 2.509549333e+13 2.645835792e+13
2011 7.421076141e+12 7.988823361e+12
2012 3.58497e+12 5.65343e+12
2013 1.279973e+13 9.13779e+12
2014 1.849799e+13 1.522385e+13
2015 5.304897251e+13 2.895689318e+13
2016 4.427711876e+13 1.780889274e+13

L'Aiuto in numeri

Bilaterale e Multi-Bilaterale

126

I progetti della cooperazione italiana nel mondo

€ 53.048.973

I fondi complessivi impegnati

€ 28.956.893

I fondi complessivi erogati

Per cosa vengono utilizzati?

Lo scopo / settore di destinazione di un contributo bilaterale viene identificato rispondendo alla domanda "quale settore specifico della struttura economica e sociale del destinatario il trasferimento è destinato a promuovere". La classificazione per settore non fa riferimento al tipo di beni o servizi forniti dal donatore ma al settore a cui sono diretti: ad esempio la formazione in agricoltura non viene riportata nel settore Educazione ma Agricoltura, la costruzione di infrastrutture per lo stoccaggio agricolo non viene riportata nel settore Costruzione ma Agricoltura, ecc leggi tutto chiudi

Infrastrutture economiche e servizi 20.592.938
Infrastrutture e servizi sociali 20.567.250
Aiuto umanitario 9.843.032
Settori produttivi 1.450.162
Costi amministrativi dei donatori 331.561
Multisettoriale/trasversale 264.029

Con quali strumenti?

Identifica le modalità utilizzate nell’erogazione dell’aiuto e prende a riferimento il primo destinatario (ad esempio, il paese beneficiario, un organismo multilaterale, o un fondo comune) che riceve i fondi direttamente dal donatore. leggi tutto chiudi

Progetti di cooperazione 44.890.460
Contributi al bilancio di organismi di cooperazione internazionale e a fondi comuni di donatori 6.672.646
Sostegno generale o settoriale al Bilancio 1.000.000
Costi amministrativi generali del donatore 331.561
Assistenza tecnica (non legata ai progetti) 103.861
Formazione nel paese donatore (Borse di studio e altri costi) 50.444

Chi finanzia?

Enti governativi (a livello centrale, statale o locale) che finanziano le iniziative di Aiuto Pubblico allo Sviluppo con fondi attinti direttamente dal proprio bilancio.
  leggi tutto chiudi

CDP - Cassa Depositi e Prestiti 30.000.000
AICS - Agenzia Italiana di Cooperazione e Sviluppo (DGCS fino al 2015) 20.852.561
Amministrazioni Centrali 2.018.873
Amministrazioni Locali 177.539

Le politiche di cooperazione nel Paese

1. Presenza della Cooperazione Italiana in Palestina 

A seguito di un periodo che ha visto un miglioramento della qualità e del funzionamento delle istituzioni, della crescita economica, e delle condizioni di vita e di sicurezza, negli ultimi anni l’ economia e cresciuta più lentamente  passando dall’ 11% nel 2011 al 1.9% nel 2013.

Il rallentamento della crescita economica potrebbe essere dovuto non solo ad un minore sostegno da parte dei donatori internazionali ma anche alle forti restrizioni imposte da Israele in particolare a Gerusalemme Est e in Area C (rappresentante il ¾ del WB ed essendo anche l’ area maggiormente produttiva) e la Striscia di Gaza, e ai rallentamento del processo di pace.

Nel 2013 la disoccupazione ha raggiunto il 25% (40% nella Striscia di Gaza) colpendo soprattutto i giovani laureati (33%) e le donne (solo il 17.7 % della forza lavoro è rappresentata da donne). Il rallentamento della crescita economica ha un impatto negativo sul processo di Institutional Building dell’ ANP riducendone l’ entrata fiscale e incrementando quindi la crisi economica.

Si prevede che il gap fiscale per il 2014 raggiunga 1.3 miliardi di dollari pari al 15% del PIL Palestinese e conseguentemente la sostenibilità e la capacita della ANP di fornire servizi sociali alla popolazione sarà ulteriormente limitata.

Di concerto con la comunità internazionale, il Governo Italiano è attivamente coinvolto nel processo di rafforzamento e consolidamento delle istituzioni e dell’economia palestinese al fine di rispondere adeguatamente alla richiesta di indipendenza e sovranità da parte dalle popolazione.

La Cooperazione Italiana riconosce come di primaria importanza la crescita economica per poter garantire la il processo di Institutional Building e la promozione di stabilità e sicurezza sociale. 

Con un impegno di 380 milioni dal 1985, la Cooperazione italiana è tra i principali donatori della Palestina , di cui rappresenta un interlocutore affidabile garantendo un adeguato sostegno umanitario alle fasce più vulnerabile della popolazione, sostenendo il bilancio corrente della PNA e promuovendo lo sviluppo economico e sociale in Palestina.

Nel 2012, il rafforzamento e consolidamento dell’impegno del nostro Paese a sostegno dell’ANP è stato sancito dalla firma, a Roma, il 23 novembre 2012, dell’Accordo quadro di Cooperazione (DCFA) e di una serie di Memoranda of Understanding nei settori della giustizia, istruzione, cultura e cooperazione economica. 

 

2. Altri donatori internazionali, coordinamento e opportunità di divisione del lavoro, esercizio di valutazione congiunta (Harmonization)

La Cooperazione Italiana lavora in stretta collaborazione con i principali stakeholders che operano in Palestina, dai Ministeri dell’ANP alla comunità dei donatori internazionali, Unione Europea e altre organizzazioni internazionali.

Al fine di garantire l’applicazione del concetto di Harmonisation, il Governo Italiano svolge un ruolo importante nel coordinamento tra donatori europei (Working Group), Local Aid Coordination System (LACS), Agenzie delle Nazioni Unite (UNDP, WFP, UNRWA e UNOCHA).

L’Italia, in qualità di principale donatore europeo, ha sempre sostenuto la creazione di una Stato Palestinese totalmente indipendente.

Per migliorare l’efficacia ed evitare l’overlapping con le altre iniziative dei donatori, l’Italia partecipa al EU Joint Programming che ha condotto alla formulazione del EU Local Strategy on Development Cooperation in Palestine per il 2013: in tal senso l’ Italia ricopre il ruole di lead donor nel settore Sanità e Genere ed Empowerment femminile, focal sectors europei.

Dal 2008, l’Italia contribuisce al programma PEGASE, con quasi 28 milioni di Euro, volto al pagamento degli stipendi e delle pensioni dei dipendenti pubblici.

La Cooperazione Italiana allo sviluppo rafforza altresì i rapporti con il sistema delle Nazioni Unite. A questo proposito, le iniziative sviluppate nella ambito della programma di emergenza sono definite in linea con i bisogni rilevati annualmente da UNOCHA Palestine Humanitarian Programme Cycle (HPC). A ciò si aggiunge che nel 2014 il contributo all’UNRWA da parte del governo italiano è stato pari a 6 milioni di Euro raggiungendo circa 105 milioni di Dollari dal 2000.

Non ultimo il sostegno fornito dal Governo Italiano all’UNDP con un contributo di 3 milioni di Euro al programma FAIR volto a promuovere le attività di sostegno alla comunità locale e accesso alle infrastrutture in Area C e Gerusalemme Est. 

 

3. Altre forme di partecipazione della Cooperazione Italiana in Palestina (Ong, Università, Autorità Locali, settore privato)

La Cooperazione Italiana è altresì attiva attraverso progetti promossi delle ONG, Università e Cooperazione Decentrata. L'impegno delle 24 ONG italiane in Palestina si traduce in una serie di iniziative realizzate in diversi settori, con finanziamenti della cooperazione italiana, delle Regioni ed Enti Locali italiani e dell'Unione Europea ed organizzazioni internazionali nei settori dell’agricoltura e sicurezza alimentare, ambiente e risorse naturali.

Per quanto riguarda il Programma di Emergenza a supporto della popolazione vulnerabile palestinese residente, le iniziative realizzate dalle ONG nelle tre aree di riferimento quali la Striscia di Gaza, Area C e Gerusalemme Est, garantiscono una risposta efficace alle esigenze umanitarie nel settore sanitario, sociale e idrico. 

Dal 1996 la Cooperazione Universitaria ha reso possibile una serie di Post Graduate Training Courses quali il Master in Scienze Sociali e Affari Umanitari (Università La Sapienza, Roma), Training for Health Officer to develop the use of endo-laparoscopy technologies (Seconda Università di Napoli - SUN) e il Master in Cooperazione (Università di Pavia in partnership con ONG Italiane). I corsi mirano a rafforzare i legami tra le istituzioni accademiche Italiane e Palestinesi.

L’Università di Pavia coordina altresì il Programma E-Plus con l’obiettivo di allargare ,la cooperazione accademica a le capacità didattiche dei professori locali. 

Infine, l’Università La Sapienza in partenariato con il Dipartimento delle Antichità e del patrimonio Culturale (Ministero del Turismo Palestinese) porta avanti una iniziativa congiunta a supporto degli scavi archeologici a Tel El Sultan di Gerico. 

Per quanto riguarda la Cooperazione Decentrata si segnala l’iniziativa “Palestinian International Arbitration Chamber (PIAC)”, promossa dalla Regione Umbria in collaborazione con l’Università di Perugia per un ammontare di 1.2 milioni di euro.

L’iniziativa nel promuovere lo  sviluppo  economico del paese rafforza il processo di Institutional Building attraverso la definizione della prima camera arbitrale palestinese. 

La PIAC si basa su standard internazionalmente riconosciuti e vuole creare strumenti efficaci per risolvere dispute di carattere commerciale e per facilitare compagnie estere che hanno la volontà di investire in Palestina

 

4. Obiettivi generali della Cooperazione Italiana nel Paese, condivise con le controparti, e adeguate alle Linee Guida Internazionali sull’efficacia dell’aiuto.

La Cooperazione Italiana in Palestina si fonda su due modalità di intervento: a) programma di sviluppo e b) aiuti umanitari.

Negli ultimi anni, aderendo ai principi di ownership e, allineamento, ed efficace dell’aiuto, l’intervento italiano si è evoluto passando da singole iniziative a programmi di sviluppo di lungo respiro.Per l’anno 2014-2016, l’impegno della Cooperazione Italiana in Palestina si concentra in 4 obiettivi settoriali: 

Salute

Migliorare lo stato di salute della popolazione e ridurre insostenibile spesa sanitaria dovuta al trasferimento dei pazienti all’estero; contrastare le malattie croniche non comunicabili (NCDs) attraverso il rafforzamento del sistema primario di salute; la protezione e la promozione della salute e la prevenzione delle malattie;

Gender e protezione Sociale

Potenziare le opportunità di sviluppo socio-economico delle donne e contribuire all’applicazione di strumenti internazionali per la protezione dei diritti delle donne. Ciò attraverso la promozione della partecipazione delle donne all’economia nazionale; combattere la violenza contro le donne attraverso politiche di prevenzione primaria e secondaria e attraverso la reintegrazione nella società delle donne sopravvissute alla violenza.

Sviluppo Economico

Promuovere uno sviluppo economico sostenibile attraverso l’accesso facilitato ai servizi finanziari e non finanziari per le piccole e medie imprese (SME), i gruppi vulnerabili quali donne, giovani e agricoltori. 

Emergenza.

Rafforzare la resilienza dei Palestinesi che vivono in condizioni di emergenza cronica attraverso la fornitura di servizi di base e migliorando ilm loro accesso alimentare.

In aggiunta ai suddetti settori ed in linea con le EU Local Development Strategy (EU LDS) e l’impegno con il EU Joint Programming, la Cooperazione Italiana si e allineata con l’obiettivo europeo “Support to Governance at local and national levels”.

A questo riguardo la componente Human Rights della Cooperazione Italiana vuole contribuire alla costruzione dello Stato Palestinese basato sul concetto di stato di diritto (Rule of Law), rispetto dei diritti umani all’interno di una Democrazia con istituzioni locali e nazionali realmente affidabili. 

Gli obiettivi sopramenzionati sono in linea con il Palestinian National Development Plan (PNDP) 2014-16. Più specificatamente il PNDP definisce 4 Pillars sui quali la ANP e i donatori internazionali intervengono per promuovere uno sviluppo sociale ed economico sostenibile. I Pillars sono:

  • Governance
  • Servizi pubblici e Social Protection
  • Sviluppo economico
  • Settore privati e infrastrutture.

 

5. Settori prioritari e risultati attesi della Cooperazione Italiana in Palestina 

Nell’ambito del strategia generale della Cooperazione italiana sono stati evidenziati 4 settori prioritari:

  • Salute
  • Gender & Social Protection
  • Sviluppo Economico
  • Emergenza (Aiuti Umanitari)

A questi settori,  la Cooperazione Italiana è anche attiva nel settore Diritti Umani e Giustizia.